Maria Ronca
Nationality: 159
Email: maria.ronca@gmail.com
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Maria Ronca
Maria Ronca è nata a Solofra (Avellino) il 07/01/1974. Poetessa e scrittrice. Si è laureata all’Università degli Studi di Salerno in Sociologia, da anni, si occupa di violenza di genere. Attraverso la poesia diffonde la cultura della non violenza. Autrice di raccolte poetiche “Musica e poesia” (2012) e “Radici”. Nel 2013 scrive il saggio “Quello che lo specchio non riflette”, edito dal Centro Culturale Studi Storici “Il Saggio”, a sostegno della causa contro la violenza di genere ha realizzato, anche, un cortometraggio “Dentro la notizia”, per sensibilizzare e promuovere, nelle scuole, la prevenzione. Si occupa attivamente di attivare confronti e scambi culturali proponendo progetti di lettura e spazi concettuali di poesia, arte, musica e moda, come Presidente dell’Associazione “Il Bucaneve” e responsabile della casa Editrice “Il Saggio” di Avellino organizza il concorso Internazionale “Avellino in versi.
Dolce ricordo
Tra le fessure delle persiane
il sole baciava le gote,
cantavano gli uccellini
tra le fronde dei pini
L'amore si affacciava al balcone
nei sensi rapiti del giorno.
Nel giardino fiorito
l'albero piangente
sfoggiava l'abito più bello.
Dalla panetteria,
l'odore del pane risvegliava l'appetito.
Dalla strada un via vai di auto
Si univa ai gesti quotidiani.
Nel cuore di ragazza
giaceva un tenero amore
con cui cresceva.
Non pose mai l'orecchio al suo
Per sussurrargli: "Ti amo".
Fu l'assolo che accompagna
il sogno proibito.
Eppure, per me, fosti
l'universo tra le mani.
e tra le stelle
scrissi il tuo nome.
Game over
Zombie di giorno,
talpe di notte.
Le Gabbie mentali
Le stanze criptate
Gli oggetti nascosti
Gli indizi segretati
Il tempo rubato
Il cammino fermo
La guerra costruita
Il nemico amico
Il sangue versato
Il bersaglio fucilato
Game over
Il morto resuscitato.
La vita e la morte,
nel gioco,
sono alla pari
Nessuno vince,
nessuno perde.
Nella realtà,
l'uomo muore
E non si rialza.
Profumo di vita
Sospensioni.
Fuori i luoghi comuni.
Vita, imponi equilibrio,
Via gli eccessi.
Vecchie carcasse
Abbandonate
Ai bordi di un marciapiede
Regna l’inciviltà.
Il brutto
Contrasta
con il bello.
Ai piedi di una chiesa
Si elemosina
Vuote le tasche
E spenti i ceri.
Per le vie deserte
Restano i randagi
A miagolar e ad abbaiare.
Solitari i poeti
Che passeggiano
Con le stelle e la pioggia
A raccontare
l'astrusa
Testardaggine
Di verseggiare ancora.
Il mondo per loro
é fatto
di parole e profumi.
La vita é l'attimo fuggente
La serenata romantica
La stretta di mano
Il bacio languido...
La storia che non conosce
Muri, limiti, panico e psicosi.
Medea
Ti portai a passeggio
Per tanto tempo
Con gli occhi spenti
Con le lacrime sorgive
Con il ribrezzo
Degli amori immaturi
Con le chiome scompigliate
Dello zeffiro
E delle stagioni dormienti
Agitai i pensieri
Soporiferi di catartico, antico,
Nostalgico fremito adolescenziale
Che a tratti
Ululava
Alle porte e ai confini stranieri
Non dicemmo ad anima viva
Quanto patimmo
Fino a quando non aprimmo
Il vaso di Pandora
E finalmente ebbero sollievo
Mente e cuore
Anima e corpo.
Donna, non altro
Non sentitevi mai ridicole
per le imperfezioni
per le parole sgrammaticate
per l'orlo scucito
per i capelli spettinati
per le fossette
per i chili di troppo
per le forme
per le lacrime
per le foto buffe
per le calze smagliate
per le gote rosse
per l'amore
per i sentimenti.
Sentitevi belle e intelligenti,
sempre
a lavoro
in cucina
a scuola
a passeggio
a tu per tu
Allo specchio
con gli amici.
Non cambiate
in nome di nulla
E nessuno
Andate già bene così...