Maria Grazia Franceschetti
Nationality: 159
Email: mfranceschetti73@vodafone.it
Severity: 8192
Message: Creation of dynamic property All_function::$langs is deprecated
Filename: libraries/All_function.php
Line Number: 28
Backtrace:
File: /home/ariasmanzo/public_html/application/app_user/libraries/All_function.php
Line: 28
Function: _error_handler
File: /home/ariasmanzo/public_html/application/app_user/controllers/Continent.php
Line: 80
Function: get_default_language
File: /home/ariasmanzo/public_html/index.php
Line: 315
Function: require_once
Nationality: 159
Email: mfranceschetti73@vodafone.it
Maria Grazia Franceschetti
Maria Grazia Franceschetti è nata a Fiesso Umbertiano (RO) e risiede a Rovigo. Cellulare 3401156439- e-mail mfranceschetti73@vodafone.it
Laureata in Scienze della Formazione e dell’Educazione presso la facoltà di Roma. Appassionata di arte, poesia, narrativa, teatro. Compositrice di successo di video poesia e cortometraggi. Ha avuto significati riconoscimenti dalle giurie dei premi di poesia ai quali ha partecipato. Tra i numerosi primi premi avuti si cita: il Primo premio al concorso nazionale di poesia “ Romeo Lesti”, il Primo premio al concorso internazionale “Energia per la vita”, Primo premio al “Città di Cattolica”, Primo premio al “Festival dei due parchi”, ed anche “Cinque Terre-Golfo dei poeti”.
Ha ottenuto il Secondo premio al prestigioso concorso “Città di Como per i cortometraggi” In tanti altri premi ha vinto menzioni, premi speciali, della critica e della giuria come al “World Literary Prize” svoltosi a Parigi. Autrice dei seguenti volumi di poesie: “Onirici Riflessi” editore La Galiverna.
Il libro “ Onirici Riflessi” è stato presentato a Fiesso Umbertiano con notevole successo. Poi “ Resta il cielo nel tempo dell’attesa” edizioni Arsenio. E’ in fase di allestimento un terzo volume di poesie frutto di un riconoscimento al concorso letterario internazionale “ Città di Monza”.
Fa parte dell’associazione culturale “Autori Polesani” È socia della prestigiosa “Camerata dei Poeti di Firenze” Inserita tra i poeti italiani nel movimento mondiale di poesia “Poetas del Mundo”.
E’ inoltre molto conosciuta e amata nell’ambiente letterario per la sua empatia e immagine. Appassionata sostenitrice di tutte le forme artistiche che portano all’armonia della vita. Tra i suoi hobby il giardinaggio ed ogni altra composizione che crei bellezza e colore.
La sposa bambina
Non si possono togliere i sogni
a Mahala, vestirla di bianco e prenderla
in sposa con inganni e lusinghe.
Troppi pochi i suoi nove anni
per essere donna, dare la vita
ad un uomo e farsi amante
in un letto di orrori e libidini.
Non si può dare ad una bimba
il peso di un figlio, ma solo quello
leggero di una bambola con cui
giocare ad essere mamma,
farle cambiare il destino da bambina
a moglie e merce di scambio.
Si può solo lasciarla alla sua età
di stupori e meraviglie,
ai suoi giri di danza su dune infuocate,
al coro felice dei fanciulli all’ombra
dei palmeti e togliere la tristezza
dagli occhi nerissimi, ridarle i suoi voli
di rondine, quel sorriso d’avorio,
tutto il tempo dorato della giovinezza.
Non si può a nove anni scambiare
la gioia con l’incubo e il dolore
schiava di un uomo padrone, rubarle
lo splendore delle favole di luce,
la stagione serena dei giochi, delle grida,
l’infanzia azzurra dei cieli.
Il vecchio mulino
Sei tu che corri a perdifiato
verso la vita lungo i canali,
io che a bocca aperta
seguo voli di farfalle e calabroni.
Giochiamo ancora là
tra le pale del vecchio mulino
nei gorghi, nei rivoli del fiume.
Anche se adesso tutto tace
e la resa ha l’amaro degli anni
e degli inverni tra le macerie e i rovi,
anche se sono lamenti la ruggine,
i cigolii di quella ruota, gioco
e meraviglia allora tra l’acqua e il cielo.
Ma quella vita che attraversammo
nel sogno e nella gioia
ritorna a farsi grano e farina,
magia d’un tempo che macinava
polvere bianca e stagioni azzurre senza confini.
Adesso ancora canta la nenia di giri
e manovelle, il brontolio degli ingranaggi,
si fa ancor mistero quel disegno
cucito sulla pelle di giorni chiari
e favole di luce.
Ed è linfa che ritorna nelle nostre vene
quel rinascere fanciulli sulle aie,
tra le mura di quel mulino rosa
che alzava vento e sogni,
calava fragranze e orizzonti
nell’orto dei nostri anni felici.
ANTICO RUDERE
Non si sgretola, non vuol morire
quel brandello di casa lungo la
strada arginale che porta al fiume,
guarda attenta i suoi argini deserti.
L’acqua scura corre danzando,
in vortici e mulinelli bisbigliano
abbracciati verso il mare.
Alleggia echi di voci mute tra le
mura rotte di quel vecchio rudere
sembra bisbigliare storie di freddo
di povertà, miseria, di gente
coraggiosa nell’affrontare straripamenti
improvvisi del fiume e nebbie grigie
fitte che bagnava le persone.
Quel casolare sberciato ferito
sembra ora guardare il cielo
mentre scende la notte e il buio
silenzioso ammanta la valle, solo
la poiana stride il suo fischio
alla luna che pallida risplende
nell’acqua i suoi argentei riflessi
illuminando tenuamente il rudere.
Si ascoltano sussurri ormai
perduti oltre il tempo che
sgretola le pietre, lambisce
quel brandello di muro che
ancora spera e guarda alla vita,
nel chiarore di lucciole e stelle tremolanti.