Elisabetta Zanchetta
Nationality: 159
Email: elisabetta.zanchetta@libero.it
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Elisabetta Zanchetta
Nata a Rovigo il 15 settembre 1970, si diploma in ragioneria all’istituto De Amicis di Rovigo. Si laurea in Giurisprudenza nell’Ateneo di Ferrara nel giugno 1995 con una tesi sul Federalismo fiscale. Porta a termine i due anni di pratica forense, poi preferisce la strada del giornalismo che resta il suo hobby irrinunciabile, anche se lo definisce “Il mestiere primario per vocazione”. Lavora dal 2001, come dipendente pubblico. E’ iscritta all’Albo dei giornalisti del Veneto, elenco pubblicisti, dal 2000. Dal 1995 collabora come corrispondente per i quotidiani locali. Prima con Il Resto del Carlino (fino al giugno 2001), poi passa al Corriere di Rovigo (nel 2002).
Attualmente scrive su: Il Gazzettino e sul semestrale di cultura e informazione “Ventaglio Novanta”. Ama scrivere, cantare, dipingere e fotografare. Nel 2009, oltre alle poesie, ha iniziato a comporre canzoni di cui scrive testo e musica.
Ha curato in proprio, rispettivamente dal 2001 al 2018, quattordici sillogi di poesie: “Senza ali”, “Dimensioni parallele”, “Universi sommersi”, “Grilli e Cicale”, “Aeroplani di carta”, “Dune immobili nel vento”, “Lacrime di sole”, “Pane, ricordi e stelle cadenti”, “Un’emozione al giorno, “Più spine che rose”, “Quel che resta delle fate”, “Il mondo che non c’è”, “Luna Nuova” e “Nell’attea di uno sguardo”.
Ha collezionato molti premi nazionali e locali in concorsi poetici e fotografici. Da ricordare la publbicazione di due portfoli nel 2018 e 2019, sulla rivista fotografica nazionale Impage Mag di Milano, dal titolo ‘Vivere a colori’ e ‘Marina’.
L’altalena
Le mani stringevano
due strisce di corda ruvida e robusta
legate al ramo più basso
del grande amico albero.
Guardava da lassù
il pino centenario
con occhi rigonfi
di verdeggianti vittorie.
L’altalena
mi portava festosa a sfiorare il cielo
seduta sulla sua culla alata:
a ogni spinta
l’emozione rigava le guance
di innocenti sorrisi.
Nessuna nuvola intristiva il cuore
nessun vento lambiva l’anima
con brividi di pianto.
Era l’estate
il mondo delle conquiste
piccole come un sasso bianco
impolverato
raccolto sul viale di casa
e nascosto in tasca
quasi fosse un tesoro.
Mai la voglia di cambiare gioco
neppure quando il sole
stanco del giorno
stendeva i suoi raggi
sotto lenzuola di nuvole.
A un’altra età
in un altro tempo
ritorna la memoria
su quel prato di giorni lisci
i pensieri appesi
alle fronde dell’albero
che non c’è più
e a quell’altalena
che come la vita
ora in alto
ora in basso
diverte e deride
tradisce e sorprende
non rivelando mai
fino all’ultimo slancio
il suo segreto
che all’improvviso
si svela
e sussurra:
“...è’ ora di scendere…”
Formiche
Piccolo mondo
piccola vita.
Formiche
nell’ingranaggio del tempo.
Luce intensa
di anime appassionate
stordite da indifferenza e noia.
Siamo granelli preziosi
di realtà
spicchi di sole
alla deriva nel vento
delle passioni.
Siamo l’unica luce di verità
in un mondo di carta
energia pura
che trasforma
con la magia di un sorriso
la vuota e fragile
realtà di cartone
in un cielo trapunto di stelle…
Panni al sole
Sognano
di spiccare il volo
slegati dai fili del tempo
che li inchiodano al mondo.
Sventolano
si dilatano
si riabbassano
per un istante.
Poi
una nuova rincorsa
e si gonfiano
leggeri
vele spiegate
verso il cielo infinito.
Panni al sole
danzano
al ritmo del vento.
Bianche tele
inquiete di noia
intonano il canto della vita.
Emozioni sgualcite
dondolano
in girotondi di pensieri
fino al tramonto.
….e sboccia un fiore
All’improvviso
sboccia un fiore
inaspettato incanto di luce
nell’incandescente
afoso
delirio d’estate.
Scherzo giocondo della natura
si dondola leggiadro sull’esile stelo
e ammicca sognante
senza spegnersi mai
sotto raggi infuocati
e umidi aliti
di gioiosa incredulità.
E’ l’esempio che la vita
sempre trionfa
e ti fa sciogliere
in un commovente sorriso
anche quando l’anima perduta
nel buio labirinto di nonsensi
e battaglie inutili
preferirebbe lasciarsi andare
al freddo
e solitario divenire
di una lacrima.
Occhi al cielo
Con le mani vuote
a guardare il cielo.
Respiro lento
e un momento di pace.
Suole bucate di incertezze
compagne di una vita di assenze.
Lo sguardo acceso di entusiasmo
il cuore infranto dall’ombra di mille addii.
Il tempo che passa
leviga i ricordi
li fa svanire
e colma i vuoti di altri mille sguardi.
Scivola tutto tra le dita
attimi di noia
euforie sopite
presagi di quiete…
Sono fredde queste mani
stanche di aspettare…