Gabriella Paci
Nationality: 159
Email: gab.p@hotmail.it
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Gabriella Paci
Laureata in storia e filosofia presso l’Università degli studi di Firenze, Gabriella Paci ha sempre vissuto ad Arezzo , dove ha svolto e anche quest’anno con passione l’insegnamento delle lettere presso un istituto superiore della città. Appassionata di viaggi e di letture, ha da sempre l’inclinazione ad osservare la realtà ed ascoltare la sua voce interiore. Nella certezza che inquietudini, passioni, emozioni e sogni sono propri dell’itinerario esistenziale di ognuno, e dunque universali, ha voluto e vuole condividere le sue poesie con gli altri.
Gabriella Paci scrive poesie nella convinzione che il suo compito sia quello di provare a restituirci un rapporto con il mondo che il nostro secolo ha terribilmente impoverito. E da queste premesse anche i ricordi tristi si possono, trasportati sull’onda della creazione poetica, trasformare in ancore di salvezza che permettono di attraversare indenni il mare delle emozioni in tempesta,essere momento di riflessione oltre che di emozione, per guidarci a trovare, nella condivisione, una nuova dimensione .
L’espressione nasce fluida, pur suggerendo echi ed emozioni oltre le parole: le figure retoriche della poesia si fondono naturalmente con termini comuni ed altri dal sapore letterario, in una sintesi che permette da subito di comprendere e vivere le emozioni
Pubblicazioni
Ha pubblicato tre libri di poesie “Lo sguardo oltre…”edito da Aletti nel 2015 “Onde mosse “edito da Effigi nel 2017 ”Le parole dell’inquietudine “ edito da Luoghinteriori nel 2019.
Grazie anche ai numerosissimi e prestigiosi premi di carattere nazionale e internazionale ricevuti quali,tra i tanti,”Il premio Michelangelo”Premio “Quasimodo””Buongiorno Alda””Città di Varallo “Premio internazionale “Poeta dell’anno “di Milano ecc per un totale di 70 premi ) trova sempre nuovo stimolo ad esprimersi.
Tuttora continua la sua produzione poetica.
Ha pubblicato sulla rivista ”Luogos”(giglio blu di Firenze) e su”Controverso”(Buonasera Taranto)
Fa parte ultimamente dell’associazione Wiki poesia(www.wikipoesia/it/wiki/Gabriella Paci)
Regalami un mazzo di parole
Regalami un mazzo di parole
da far sbocciare piano,al battito
d’ali di carezze lievi. Non ho bisogno
d’altro che di sentire il profumo
delle illusioni per accendere la
lanterna della speranza sul davanzale
delle attese dove appassisce il
fiore di passate stagioni di sole.
Cullami stasera tra petali di parole
viole sulle sponde del cuore,
messaggere di voli di rondini
tra i temporali dei pensieri.
Le rose di maggio
Piove in questa domenica di maggio
in periferia. Piove da un cielo strano
sul colore indefinito e stanco delle case.
Le rose sfatte sotto aghi di pioggia sono
solo parvenze di profumo annegato
nel languore delle pozze dove
il cuore è conca della premura
di un inverno che indugia sulle ciglia.
I colombi beccano con l’ostinazione
di chi ha la rassegnazione del contingente
perché sa di avere ali inadatte al volo.
Penso che anche loro sanno
dell’ ombra della pioggia dove
si chiude il cerchio della luce
indifferente alla consolazione
umida delle rose di maggio.
Solo un tramonto rosso fuoco
Ci separa lo spazio incommensurabile
del tempo di confine della vita che
anche il sorriso storto della luna
si rifiuta di accettare come possibile.
Non siamo più nel tempo delle mani e degli occhi
ma in quello astratto della mente e del cuore
che si fa richiesta insistente del segno
dell’esistere ancora. Inutile la ricerca
nell’imperativo del credere perduto e
che ora è solo di esserci qui nell’attimo
fuggevole del carpe diem.
Non odo che l’eco delle tue parole,
non vedo che le ombre dei tuoi gesti
non sento che l’odore dismesso dei tuoi abiti
non accarezzo che la tua assenza
presente nello sfiorire della luce in
questo autunno di trapasso verso
l’oblìo del calore e dei colori.
Solo un tramonto rosso fuoco è epifanìa
di un orizzonte di ritrovata ricorrenza di
luce dove ammaliare la ricerca nel vano
rincorrersi degli ultimi raggi prima delle ombre.
Lievito antico
Riaffiori, padre, nel pane di giorni come
lievito antico che è dentro di me.
Temevi l’onda potente della vita
e scrutavi l’orizzonte delle attese
con il timore del navigante che sa
l’urto della procella che travolge .
Sotto la scorza dell’ uomo avvezzo
a non indulgere, serbavi il tenero
germoglio del cuore pronto a
donarsi nel riserbo di taciti sguardi
e gesti misurati anche nell’amore.
Dicono di me che ti assomiglio
nella cocciuta ostinazione a credere
nella verità e nell’attaccarsi
agli scogli del vivere come ostrica
incapace di esistere disancorata
dai suoi affetti, ma capace di
racchiudere segreti di perla
per chi sa guardare nel profondo.
Ti somiglio, padre, nell’impasto
della mia anima anche per l’inquietudine
che ti fu silente compagna di viaggio.
Tempo fragile
E’sconosciuto questo tempo fragile
che trascorre all’ombra di giorni pigri su
un’agenda vuota. Fermo immagine la città
priva di voci di passi, di cose, di rumori
nell’affollarsi affannato dei pensieri.
Come nella favola antica del maleficio
attendiamo nel dopo il miracolo:
sarà la schiusa dal bozzolo della solitudine
per uscire farfalle dalle ali colorate
libere di volare su corolle di prospettive.
Ora camminiamo schivi tra sentenze
senza certezze,affidando il futuro ad
una Sibilla senza responsi,abbracciati
al ricordo di carezze e baci lontani che
debole lucciola non ci basta a far luce
in questa notte di tenebre.
Dismesso l’abito della quotidianità
ci rintaniamo nelle nostra case e
guardiamo la libertà volare bassa…
Ci chiediamo se come le rondini tornerà
a riempire di ricami il nostro cielo.