Simona Pasquali
Poeta italiana
Immemore
Lo sguardo
obliato
sosta appena
ondeggiando lieve
all’ombra di ondulate ciglia
e trasognato prende forma
da remote lontananze
rivelando il mio essere sospesa
creatura non terrestre.
Il divino relativo
L’attrazione verso me
ti ha inoltrato nel mistero
l’assente, insondabile
vi sono ancora immersa
sola
sto imparando a nuotare
nel provare a raggiungerti avanzo
ma posso guardarti
paga del dono ricevuto da un incontro
sempre più libera ti afferro
insieme ad aspri alibi
prestati all’ indulgenza
te li dono volentieri
lasciando che “sia”
un autentico me
ma nel tuo essere divino
serra pure le labbra
a parole dischiuse
che effondono
l’essenza inebriante
di quel che hai vissuto di me
Tra me e te
Gli occhi semichiusi
tra il sonno e la veglia...
E' la forza d'inerzia ad adombrar le ciglia
innanzi all'aromatico tepore del caffè
provo ad alternar la vista: prima l'uno,
poi l'altro, l'occhio fissa l'amato volto
dell'adolescente figlia
quasi a cogliere un vezzo,
nell'anarchico gioco
od eccitante gara a chi coglie prima l'altra
negli aperti spicchi di cielo
ed è un balzo di inattesa leggerezza!
All'istante si solleva la grave differenza
coscienza della vita,in essenza delicata irriverenza,
eppur fuggita nel pianto rappreso
finalmente sciolto e reso.
Il futuro
Nell’ora in cui
i contorni delle vie e delle case
si fanno tremolanti
e soffusi di più intimi toni
respiro ancora l’immagine cara
delle mie dita affogate
nella sua capigliatura
mentre lo attiravo baciandogli le labbra
presto arrese.
Il ricordo è mancanza,
fluido caldo e dolente
che mi scopre l’essere senziente
ricettiva nel far dono di sé.
Per quanto ancora la vita
mi rimpiangerà, e la storia avrà le tinte
di un nostalgico incompiuto?
Vorrei solo abbracciare l’esistenza
lievemente contenerla nella mia sprovvedutezza
e assaporarla, nella sua nudità
ammantata di immenso.